giovedì 27 novembre 2008

Questa la dobbiamo vincere

Gli azzurri non vincono contro l'Inter dal 1994. E sono soltanto 7 i successi che possiamo vantare contro i neroazzurri,
Su un totale di 68 partite, non è una buona media!!
Senza dimenticare che i giocatori avversari saranno arrabbiatissimi per aver dovuto rinunciare mercoledì all'imbattibilità nell'ultimo scontro in champions contro il Panatinaikos.
I numeri non ci danno ragione, da nessun punto di vista. Reduci da due sconfitte consecutive negli scontri in trasferta (contro il Milan e l'Atalanta), che cihanno fatto rinunciare a sei preziosissimi punti che, in laternativa, ci avrebbero consentito di condividere il primo posto proprio con i nostri avversari di domenica.
Ma ai ragazzi di Reja piacciono le sfide e l'anno scorso al San Siro il gol di Sosa in risposta alla doppietta di Cruz aveva rimesso in gioco il risultato. E non è certo questo il momento per essere spaventati. Anzi. Montervino la pensa molto diversamente: "Il Napoli offre la bellezza della gioventù e la forza della spensieratezza. E queste sono caratteristiche che se filtrare con la giusta concentrazione sono molto positive. Lo abbiamo dimostrato affrontando sempre tutti consapevoli di poterci giocare la partita sempre. Domenica di fronte c'è probabilmente la squadra più competitiva ed attrezzata del nostro campionato con un allenatore che stimo molto per la mentalità vincente. Ma noi approcceremo la gara con umiltà e serenità".
Umiltà e servenità saranno allora la parola d'ordine con cui gli azzurri affronteranno una squadra che, allenata da Murinho, gioca per vincere la champions, il campionato e tutti i trofei in palio.
Neanche Reja, però, ha intenzione di scherzare, e l'ha detto chiaramente ai suoi durante l'allenamento di oggi a Castel Volturno: " Se vogliamo crescere, bi­sogna tenere gli occhi sempre aperti e rispettare tutti le consegne. Non accetto più cali di tensione e che ognuno giochi per conto suo. La nostra forza, finora, è stata l’umiltà e la coesione del gruppo, occorre ritrovarle in fretta e non gettare al vento punti preziosi» . Altra pausa. Poi, il monito finale: "Con l’In­ter voglio vedere il Napoli concreto e frizzante delle prime giornate, intesi?".

domenica 23 novembre 2008

Napoletano ma gobbo

Sfida al vertice nella massima serie. Inter e Juventus che si fronteggiano al Meazza per decidere chi occuperà il primato nella classifica di serie A per ancora una settimana. Stadio al completo, tifosi accolti senza riserve nè limitazioni nell'emissione dei biglietti e un pubblico in fibrillante attesa. In attesa della partita, l'attenzione dello spettatore attento alle "note di colore" è stata la sconcertante constatazione di un emblematico striscione: "napoletano ma gobbo".
Aforisma emblematico e sconcertante assieme.
Come se la napoletanità di chi ha scritto quello striscione fosse una colpa da espiare attraverso un percorso catartico di ammissione della colpa per la sua remissione.
  • Avvilire la propria identità
  • negare le origini
  • rinunciare al senso di appartenenza
  • rifiutare qualsiasi legame con il passato e i valori che sono alla base dell'individuo
E' un meccanismo inconscio che caratterizza una grossa fetta degli immigrati nel mondo. Una specie di calvario attraverso cui deve necessariamente passare chi abbandona la propria realtà e cerca la strada più "semplice" per farsi accettare nel nuovo mondo in cui ha scelto di fare parte.
NAPOLETANO MA GOBBO. Lo striscione è stato un modo per chiedere scusa al mondo di essere nati a Napoli, o di avere le proprie origini in quel sud fornace di ogni colpa e catastrofe. Dopo le scuse, si mette in risalto l'attenuante, l'escamotage che si è fatto veicolo del riscatto: sono tifoso della Juventus, però.

Quella degli strisioni razzisti è una piaga del calcio, a cui nessuno si preoccupa di dare un freno.
Gli ultrà rappresentano quella figura mitologica per metà uomo e per metà bestia che utilizza la passione sportiva come maschera per camuffare l'odio, il razzismo e la violenza che non ha modo di sfogare nella vita quotidiana. E allora giù con gli striscioni infamanti, i cori aggressivi, gli atti vandalici e le aggressioni dentro e fuori dallo stadio contro chi è colpevole di avere un'identità diversa da quella a cui appartiene il teppista di turno.
La "punizione esemplare" del 31 agosto, in occasione di Roma-Napoli, poteva essere l'occasione per dimostrare la linea dura che si intendeva perseguire a partire da questa nuova stagione sportiva, e invece si è trasformata in una violenza diretta verso una realtà che stava provando a rialzare la testa dopo essere risalita a fatica dal baratro in cui altre società sportive non erano state precipitate pur vertendo nelle stesse o peggiori condizioni.
Certe cose fanno pensare...

sabato 22 novembre 2008

Aspettando Napoli Cagliari 2008

Napoli - Cagliari XIII giornata 2008

Siamo alla tredicesima giornata di campionato e gli azzurri si preparano a scendere in campo con una motivazione tre volte forte. Perché giocano al San Paolo, dove hanno intenzione di mantenere alta la buona stella che li accompagna quando si battono in casa; perché devono riscattarsi dalla batosta subita a Bergamo contro l’Atalanta, con quel 2 a 1 che fa ancora male; e perché lo scorso anno contro il Cagliari hanno perso per ben due volte, sia all’esordio in serie A a Napoli che nella partita di ritorno in Sardegna.
La parola d’ordine dell’imminente partita è impegnarsi al massimo e non sottovalutare mai l’avversario. Reja è influenzato, ma non ha intenzione di perdersi l’appuntamento di oggi al san paolo. Il tecnico azzurro festeggia domenica la sua presenza numero 100 su una panchina di serie A, nello stadio napoletano, con una squadra che lo soddisfa e per cui ha grosse ambizioni.
Dovrà fare a meno solo di Zalayeta, costretto a saltare il turno per l’espulsione della scorsa settimana, ma gli altri titolari sono a disposizione dopo gli impegni nelle rispettive nazionali. Confermato lo schema vincente del 3 – 5- 2 con Iezzo, 100presenze per lui con la maglia azzurra; Santacroce, Cannavaro e Aronica o Rinaudo per far riposare Contini; Maggio, Blasi, Gargano, Hamsik e quasi certamente Mannini al posto di Vitale; in attacco il tandem argentino Lavezzi e Denis che hanno giocato anche con la nazionale argentina a Glasgow.
Allegri schiera il Cagliari con il suo 4-3-1-2 che potrebbe fare a meno di Acquafresca non ancora recuperato al 100 %. La formazione potrebbe essere costituita da Marchetti; Matheu, Lopez, Bianco, Agostini; Fini, Conti, Biondini; Cossu; Jeda, Larrivey.
Il rischio, con un tale schema, è la chiusura su Gargano che costringrebbe la difesa a tiri lunghi. L’obiettivo del Napoli, invece, sarebbe di sfruttare la profondità creata dagli inserimenti di Hamsik e dello stesso Gargano per servire in area Denis, magari con l’aiuto del pocho adelante, Lavezzi.
Il fischietto è affidato all’arbitro Pierpaoli di Firenze. Con cui il Napoli non conosce mezze misure: dal 2004 alla passata stagione ha fischiato 2 vittorie e 3 sconfitte. L’ultima in ordine cronologico è stata la sesta giornata della passata stagione con Napoli Genoa 1 a 2 con l’autorete di Cannavaro .
La storia sportiva narra di 30 precedenti di Napoli Cagliari: 18 le vittorie a favore degli azzurri, 8 pareggi e solo 4 sconfitte con ben 42 reti messe a segno e 17 subite.
L’ultima vittoria risale al 27 marzo 2004. Più recente la sconfitta, con quello 0 a 2 che fa ancora male. Quest'anno, però, è tutto diverso.